Quali sono i lavori che danno meno soddisfazione e meno felicità? I peggiori sono quelli che potete immaginare: call center al primo posto.
Nel lavoro non è importante solo la paga, ma anche il grado di soddisfazione che ci dà quello che facciamo. Quando poi non c’è nè la paga nè la soddisfazione, allora le cose si mettono male.
Secondo uno studio Istat del 2013 i lavoratori più insoddisfatti e infelici sono i telefonisti, addetti al call center, venditori a distanza, personale dei musei, colf, bidelli, benzinai. Gli addetti ai call center sono anche tra quelli che più percepiscono come “instabile” il proprio lavoro: insomma, secondo i dati, sono quelli messi peggio di tutti. Si tratta di uno dei lavori più stressanti in assoluto: poco pagato, faticoso e sempre uguale, senza soddisfazioni né possibilità di crescita personale o professionale, e dunque non sorprende che gli stessi dipendenti lo percepiscano come poco soddisfacente. Come biasimarli.
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Ma oltre ai telefonisti, tra gli intervistati che percepiscono in misura più evidente l’insicurezza del proprio lavoro, ci sono i conduttori di veicoli a trazione animale – in assoluto i meno sicuri – e poi i professionisti dello spettacolo, come attori, sceneggiatori, dialogisti e parolieri, registi, cantanti, ballerini e coreografi. Anche questo dato non sorprende: si tratta di un mondo, quello dello spettacolo, molto instabile e caratterizzato da contratti raramente duraturi.
Dall’altra parte della classifica, quella dei più felici, si trovano quelli che considerano il proprio lavoro come soddisfacente e stabile: magistrati, ministri, professioni della pubblica sicurezza, docenti universitari, alti dirigenti nei settori dei servizi bancari di assicurazione e intermediazione finanziaria. I magistrati sono in assoluto i più soddisfatti. Salta all’occhio un dato: si tratta di lavori ben pagati – in alcuni casi molto ben pagati – ma soprattutto stabili. La stabilità professionale – tipica dei lavori appena elencati – è anche sinonimo di soddisfazione: è difficile essere soddisfatti di un mestiere in cui si rischia di essere licenziati da un momento all’altro.
La soddisfazione nel posto di lavoro è importante non solo per i dipendenti, ma anche per i datori di lavoro: un lavoratore soddisfatto è un lavoratore non stressato, motivato, che si sente stimolato a impegnarsi e non assentarsi.
M.P